Sede di un secolare culto della immagine del SS. Crocifisso, scultura lignea della fine del XIV secolo, il Santuario - oratorio del SS. Crocifisso, nel XVIII secolo sorse sul luogo della Compagnia del Corpus Domini, detta anche dei Battuti e dei Neri, il cui oratorio fu riedificato proprio sul suo fianco sinistro. Il complesso architettonico rimase gravemente danneggiato dal terremoto del 29 giugno del 1919, tanto che negli anni successivi si dovette procedere alla ricostruzione di gran parte della chiesa e della cappella adibita a sede della Compagnia dei Neri.
In questa occasione le Fornaci San Lorenzo prestarono la loro opera, della quale rimangono oggi poche ma significanti tracce. Sulla parete di fondo del presbiterio dell’oratorio della Compagnia dei Neri, si trova una bella vetrata divisa in tre pannelli, ciascuno dei quali è incorniciato da motivi a mensole e rosette di evidente citazione cinquecentesca. Il settore di destra mostra al centro uno stemma , anch’esso di gusto tardo rinascimentale, relativo alla Compagnia dei Neri, coi simboli eucaristici del calice e dell’ostia e la graticola del santo martire protettore del paese. La vetrata fu donata, come si evince dalle scritte che vi si leggono, dalle Fornaci e da Chino e Teresa Chini nel 1922.
Il manufatto, di apprezzabile qualità, ha subito notevoli e gravi perdite e probabilmente è stato anche smontato e rimontato in modo errato, poiché alcuni elementi della decorazione superstite non coincidono perfettamente. Uscendo dalla cappella della Confraternita e transitando sotto il porticato del Santuario si possono ammirare, al di sopra delle porte laterali della chiesa, due rilievi in ceramica raffiguranti l’Angelo Annunziante e la Madonna Annunziata, figure tratte dall’Annunciazione dello Spedale degli Innocenti a Firenze, opera di Andrea della Robbia, di cui Augusto Chini realizzò una copia, conservata alla Casa di Riposo San Francesco.
La grande lunetta in maiolica a rilievo, sistemata sempre sotto l’atrio del Santuario, che raffigura gli stemmi dei Comuni mugellani, è stata realizzata da Augusto Chini. In un ambiente attiguo al Santuario è custodito un bel pannello in piastrelle maiolicate raffigurante San Giovanni Battista. Di questo monumentale pannello dipinto, nel quale confluiscono ancora una volta suggestioni medievali, rinascimentali e di ascendenza Liberty è conosciuto un secondo esemplare, tratto evidentemente dallo stesso disegno, attribuito a Galileo Chini.
Più o meno allo stesso periodo, in concomitanza dei lavori di restauro del Santuario, al quale probabilmente era destinato fin dall’inizio, questo manufatto borghigiano si segnala per la notevole qualità artistica e per la vena creativa , sia pure stemperata e rattenuta dalla destinazione dell’opera e dal suo carattere religioso. Un altro ambiente del complesso architettonico del Santuario conserva un monumentale lampadario in vetro dipinto, ferro battuto e ceramica. Si tratta di uno dei rari esempi ancora conservati nella zona e probabilmente si deve alla attività di Tito Chini nella seconda metà degli anni Venti. In questo genere di produzioni, i cui telai in ferro battuto erano realizzati in un apposito reparto costituito all’interno delle Fornaci, Tito risente più che altrove della influenza di Galileo. Nel 1941 Tito Chini ebbe dai Salesiani, che nel frattempo avevano costituito una loro opera a Borgo San Lorenzo, l’incarico di realizzare la decorazione interna della chiesa ricostruita dopo il terremoto del 1919. Egli preparò i bozzetti di quella decorazione, che non venne mai realizzata, tre dei quali si sono conservati e attualmente custoditi presso il Santuario del SS. Crocifisso. Si tratta di opere delle quali si comprende che Tito aveva pensato ad una decorazione complessa e che occupasse completamente lo spazio disponibile, secondo una ispirazione “barocca”.
Itinerario Liberty - Planning and Realization - Stefano Pelosi - www.stefanopelosi.it